Itinerari consigliati: Trekking ed escursionismo
Località: Ca’ de Caroli – Via Ca’ de Caroli – Monte del Gesso – Ca’ de Rossi – Ca’ de Caroli
Area Turistica – Città d’arte
Percorso panoramico, con vista su Scandiano e l’intera pianura; nei giorni più limpidi dal Bottegaro bella vista sugli Appennini.
Percorribilità a cavallo: SI
Percorribilità in mountain bike: SI, ma conviene percorrerlo in senso contrario
Vegetazione presente: tratti di siepe mista, ginepri nelle radure xeròfile, rari pini silvestri, boschi radi di roverella, prugnolo, sanguinello, acero, carpino.
Fauna: rapaci, piccoli mammiferi, lepri, fagiani e pernici da ripopolamento
Emergenze storico – artistiche: esempi di architettura rurale, partenza dall’antica fornace di produzione di calce di Ca’ de Caroli.
Durata a piedi: ore 4,00
Profilo altimetrico: partenza ed arrivo da 110 m., massima quota 380 m.
Itinerario in dettaglio:
Per raggiungere l’inizio del sentiero si deve imboccare Via Tresinaro a Ca’ de Caroli, la strada subito prima del ponte. Si costeggiano i resti, di notevole interesse dal punto di vista dell’archeologia industriale, dell’antica fornace di calce, cemento e gesso, e qui si parcheggia.
Sulla sinistra, in salita, parte uno stradello asfaltato, con il cartello strada privata. Lo si percorre a piedi per circa 200 metri e si imbocca un sentiero poco evidente sulla destra, che sale a un prato, dove, in aprile e maggio si possono osservare fioriture di orchidee. Si continua in salita puntando alla casa poco più su, e da lì si imbocca un sentiero sulla destra riconoscibile per una vecchia sbarra. Il sentiero poco dopo si biforca: prendere quello di sinistra che entra nella vegetazione tra due ali di siepe (biancospino, prugnolo, rovi, rosa canina, sanguinello, più avanti ginestra odorosa). Dopo aver lasciato sulla sinistra un laghetto adibito alla pesca sportiva, il sentiero ora sale sempre più ripido tra interessanti affioramenti di gesso. Siamo in un ambiente naturalisticamente e geologicamente molto interessante, quello del Monte del Gesso, una rupe scoscesa, sulla cui cima si innalzava nel Medioevo un castello distrutto nel 1340.
Quando la vegetazione si apre, introducendoci alla vista di una valle caratterizzata da erosioni e calanchi, il sentiero principale piega a destra, infrascato dai rovi. Noi invece proseguiamo dritti, per traccia poco evidente, in ripida salita, tra argille; siamo in un punto panoramico, con vista a sinistra sul piccolo borgo di Monte del Gesso e più lontano, Scandiano e la pianura. Attraversato infine un prato, si sbuca sullo stradello del sentiero n. 3, e lo si risale verso Sud (a destra) tra boschetti di roverella in un ambiente arido (xeròfilo), fino alla cappella dedicata alla Madonna di Fatima (ore 1,10 dalla partenza). Siamo ora sullo spartiacque principale, con panorama sia sulla pianura, sia sull’Appennino. Si prende a destra, sempre sulla carraia, e si giunge a Bottegaro, un borgo rurale , superato il Bottegaro e anche il successivo fabbricato in rovina si prosegue tra argille scagliose affioranti, roverelle e ginepri, con vista sui lagoni di Pianderna; nell’estesa prateria a graminacee sono diffuse diverse specie di orchidee a fioritura primaverile unitamente alla globularia e alla ginestra odorosa. Proseguendo lungo il tratturo si raggiunge la sommità di un dosso (quota 380 m.) riconoscibile per la presenza di una torretta in muratura, dal quale si scende fino al Monte di Sopra,una borgata composta da due ruderi, una grossa cisterna, ma soprattutto la grande quercia pluricentenaria considerata tra i più begli alberi dell’Emilia Romagna e vincolata con legge regionale. La carraia prosegue in discesa, supera il caseggiato di Monte di Sotto, diventa uno stradello bianco che, con vista panoramica sulla valle del Tresinaro, ci conduce prima a un lagone, poi all’abitato di Ca’ de Rossi (ore 1,10 dalla Madonna di Fatima). Qui imboccare lo stradello a destra; inizia la seconda parte del nostro itinerario, quella nell’alveolo del torrente Tresinaro, e questo stesso stradello, tutto in falsopiano, ci riporterà al punto di partenza. La vegetazione si fa diversa: saliceti, pioppi bianchi e canneti (tifa, paviera, salicaria) colonizzano l’alveo e le rive del torrente. Superati gli edifici rurali Casone e Ca’ de’ Sforacchi, la carraia diventa sentiero, passa sotto la passerella e si avvicina alle rive del Tresinaro, per poi superare un’ampia lingua di frana che scende in alveo. Si prosegue lungo il ciglio del torrente, a alto di un vigneto, fino al borgo di Bettole. L’itinerario prosegue, superando il fronte di un affioramento di gesso facente parte della stessa vena osservata in precedenza (Monte del Gesso), e di calanchi argillosi, per poi sbucare sull’asfalto in corrispondenza di un’altra casa e dopo 300 metri ci riporta al punto da cui eravamo partiti (ore 1,40 da Ca’ de Rossi).